La Legge di Bilancio prevedere l’aumento delle tasse sulle auto aziendali che penalizza la mobilità sostenibile ed l’intero settore automotive. Chiaro il monito dell’ANIASA l’associazione di Confindustria che rappresenta i servizi di mobilità:
“Una decisione che rischia di compromettere gli obiettivi della transizione ecologica, con conseguenze negative per i lavoratori, le imprese e un settore automotive già in difficoltà, oltre che per le casse dello Stato. La misura, se applicata, comporterà un incremento della tassazione in busta paga per circa un milione di italiani, colpendo in particolare i redditi medio-bassi. È urgente un ripensamento da parte del Governo!”.
A destare preoccupazione è una disposizione della Legge di Bilancio (art. 7 del DDL) relativa ai fringe benefit delle auto aziendali. La norma proposta punta a sostituire il criterio delle emissioni di CO₂ con quello basato sul tipo di alimentazione del veicolo, modificando anche i coefficienti per il calcolo del valore imponibile. Mentre riduce i costi fiscali per le auto elettriche e ibride plug-in (e in modo discutibile anche per auto di lusso e supercar), introduce un aumento significativo per tutte le altre tipologie di veicoli, che costituiscono l’85% delle flotte aziendali.
Secondo ANIASA, per i modelli più utilizzati, il valore imponibile del benefit auto subirà un incremento medio annuo di 1.600 euro (+67%). Questo aumento disincentiverà le imprese dal rinnovare le flotte, portandole a mantenere i veicoli già assegnati o a prorogare i contratti di noleggio in essere, ostacolando così il ricambio verso mezzi più sostenibili. Si prevede inoltre una contrazione nel 2025 delle nuove immatricolazioni per il noleggio a lungo termine (-30%, pari a 60.000 veicoli) e degli acquisti diretti delle imprese (-20%, pari a 15.000 veicoli), con una perdita per l’Erario e gli enti locali stimata in 125 milioni di euro.
Il commento di Alberto Viano, Presidente di ANIASA:
“Un aumento della tassazione sulle auto aziendali, penalizzerebbe un settore chiave per la mobilità sostenibile, rallentando il rinnovamento delle flotte e aggravando le difficoltà del mercato automotive, che oggi vede nelle auto aziendali il 40% delle immatricolazioni. Chiediamo una revisione della norma, con un incremento graduale che eviti effetti negativi sull’ambiente, sul mercato e sulle entrate fiscali”.
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