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Mercato Auto Europa Marzo 2025: +2,8%, Italia ultima per elettrico

Mercato Auto in crescita a marzo in Europa del +2,8%, ma Italia fanalino di coda per elettrico con solo il 9,9% di quota ECV.

Mercato Auto Europa Marzo 2025 – Nel mese di marzo 2025, il mercato automobilistico europeo ha registrato una crescita del 2,8%, raggiungendo 1.422.628 immatricolazioni, rispetto alle 1.383.423 dello stesso periodo del 2024. Il confronto con il 2019 evidenzia però una flessione ancora marcata del 19,7%. Il primo trimestre dell’anno si chiude con 3.382.057 immatricolazioni, in calo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Analizzando i cinque principali mercati europei, emergono forti differenze: la Spagna cresce del 23,2%, seguita dal Regno Unito (+12,4%) e dall’Italia (+6,3%), mentre la Germania e la Francia registrano flessioni del 3,9% e del 14,5%. Su base trimestrale, la Spagna si conferma in crescita (+14,1%), insieme al Regno Unito (+6,4%), mentre l’Italia cala dell’1,6%, la Germania del 4,3% e la Francia del 7,8%.

L’Italia mantiene comunque la terza posizione per volume di immatricolazioni sia nel mese che nel trimestre.

Italia in ritardo nella transizione elettrica

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Image: MaxMania

Per quanto riguarda i veicoli elettrificati (ECV), l’Italia continua a occupare l’ultima posizione tra i principali mercati europei, nonostante un lieve miglioramento. A marzo, la quota di mercato italiana è pari al 9,8% (con BEV al 5,4% e PHEV al 4,4%), distante dai livelli del Regno Unito (28,9%), della Germania (27,3%) e della Francia (24,4%). Anche la Spagna supera l’Italia con un 14,1%.

Nel complesso europeo, le auto elettriche rappresentano il 25,5% del mercato (17,1% BEV e 8,4% PHEV). Anche nel primo trimestre, l’Italia si conferma ultima con un 9,4% complessivo (5,2% BEV e 4,2% PHEV), mentre gli altri Major Market mantengono percentuali significativamente più alte. Il dato europeo nel trimestre è del 24,9% (17% BEV e 7,9% PHEV).

Rischi commerciali tra UE e USA per il settore auto

Trump Dazi

L’UNRAE manifesta forte preoccupazione per il deterioramento dei rapporti commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti. La sospensione temporanea di 90 giorni dei dazi americani e la relativa risposta europea non includono il settore automotive, ancora soggetto a dazi del 25%.

L’Italia risulta particolarmente esposta: le esportazioni di autovetture verso gli USA ammontano a 3,4 miliardi di euro, contro appena 0,1 miliardi di importazioni. Ancora più rilevante è il comparto della componentistica auto, destinata alla Germania e impiegata in veicoli venduti sul mercato statunitense, per un valore stimato di 5 miliardi di euro.

UNRAE avverte che una potenziale guerra commerciale transatlantica potrebbe generare gravi ripercussioni su mercati finanziari, inflazione e domanda di veicoli, in un contesto di forte incertezza.

Prospettive normative e criticità fiscali per l’Italia

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A livello normativo, si attendono sviluppi sul Piano d’Azione per l’Automotive e sulla proposta della Commissione Europea per la decarbonizzazione delle flotte aziendali, che punta alla progressiva elettrificazione del parco veicoli. Entrambe le misure sono in fase di analisi da parte degli Stati membri.

Il Direttore Generale dell’UNRAE, Andrea Cardinali, auspica una rapida approvazione dell’emendamento europeo che permetterebbe di calcolare le emissioni di CO₂ su base triennale (2025-2027), offrendo flessibilità nel raggiungimento degli obiettivi.

A livello nazionale, UNRAE denuncia la mancanza di politiche strutturali per supportare la transizione energetica: assenza di incentivi stabili all’acquisto di veicoli a basse emissioni, mancanza di un piano vincolante per le infrastrutture di ricarica, e un regime fiscale sfavorevole per le auto aziendali.

In merito a quest’ultimo punto, si segnala una recente modifica normativa approvata dalla Camera, che esclude dai nuovi limiti sui fringe benefits i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e consegnati entro il 30 giugno 2025. Secondo UNRAE, si tratta però di un provvedimento temporaneo, insufficiente a risolvere le problematiche introdotte dalla riforma.