Nel mese di giugno 2025, il numero di immatricolazioni auto in Italia si è ridotto drasticamente: 132.191 unità contro le 160.120 dello stesso periodo del 2024. Il calo del 17,4% è accentuato dal confronto con un mese che aveva beneficiato dell’introduzione degli incentivi statali.
Nel primo semestre del 2025, la flessione si è attestata a -3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un totale di 854.690 unità. Il confronto con il 2019 resta pesante: oltre 228.000 veicoli in meno, pari a una riduzione del 21,1%.
Alimentazioni: elettrico in affanno, ibride in crescita
A giugno, le auto elettriche (BEV) hanno recuperato leggermente, passando dal 5,1% al 6,0% del mercato. Tuttavia, in termini assoluti, il calo rispetto a giugno 2024 è stato del 40,7%, penalizzato dalla mancanza di nuovi stimoli.
Decisamente più marcata la crescita delle ibride plug-in (PHEV), che hanno raggiunto il 7,2% del totale, spinta anche dalle agevolazioni fiscali sui fringe benefit. Complessivamente, la quota delle vetture a basse emissioni (ECV) arriva al 13,2%.
Riforma fiscale: nodo chiave per il settore
Secondo l’UNRAE, il sistema di fiscalità auto aziendale in Italia necessita di una revisione urgente. Le attuali regole, ferme da decenni, non incentivano una mobilità meno inquinante. Serve introdurre un criterio basato sulle emissioni di CO2, modificando i parametri di IVA e deducibilità.
La proroga della delega fiscale fino al 31 dicembre 2026 rappresenterebbe una finestra utile per avviare un confronto tra istituzioni e attori del settore, in modo da stimolare un mercato più dinamico e favorire una riduzione degli impatti ambientali.
Infrastrutture di ricarica: obiettivi dimezzati
Un altro ostacolo alla diffusione dell’auto elettrica è rappresentato dalla carenza di colonnine di ricarica. Il Piano Nazionale ha ridotto da 21.355 a 12.000 i punti previsti, lasciando inutilizzati quasi 600 milioni di euro.
Il primo bando per i centri urbani ha coperto solo 1.400 stazioni su 4.700 previste. La situazione, secondo UNRAE, dimostra un evidente problema nella gestione delle risorse e rallenta l’adozione di veicoli a emissioni zero.
Analisi degli utenti e aree geografiche
A giugno, il mercato privato ha perso terreno, scendendo al 50,9% del totale. Cresce invece il noleggio a lungo termine, che raggiunge il 23,8%, spinto dalle società captive. In aumento anche il noleggio a breve termine e la quota delle aziende.
Il Nord Ovest mantiene il primato, con il 29,5% del mercato, seguito dal Nord Est (28,4%) e dal Centro Italia (27,5%). Il Sud e le Isole restano più distanti, rispettivamente al 9,6% e 5%.
Alimentazioni e segmenti: ibride dominanti
Nel mese analizzato, scende la quota di benzina (23,6%) e diesel (10,0%), mentre crescono le vetture ibride, che raggiungono il 43,6% di share (12,9% full hybrid, 30,7% mild hybrid).
Nel segmento C, i SUV rappresentano il 21,8%, mentre nelle altre fasce la quota varia tra l’8,5% del segmento D e il 1,5% dell’alto di gamma.
Emissioni e fasce CO2
Le emissioni medie di CO2 sono scese a 112,3 g/Km a giugno. Le fasce 0-20 g/Km e 21-60 g/Km rappresentano complessivamente il 13% del mercato. La categoria 61-135 g/Km domina con oltre il 62%, mentre le auto più inquinanti coprono poco più del 22%.