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Tesla in crisi: profitti in calo del 71% e vendite al minimo da due anni

Tesla affronta il peggior trimestre di vendite dal 2022, con utili crollati e tensioni sul fronte politico e commerciale.

Tesla ha registrato un forte calo dei profitti nel primo trimestre dell’anno, avvicinandosi pericolosamente alla soglia del bilancio in rosso, come evidenziato nei risultati finanziari pubblicati martedì. Questo declino minaccia uno dei vantaggi competitivi storici del marchio rispetto agli altri produttori di veicoli elettrici.

L’azienda ha riportato un utile netto di 409 milioni di dollari su un fatturato complessivo di 19,3 miliardi, dopo aver consegnato circa 337.000 auto elettriche nei primi tre mesi del 2025. Il risultato rappresenta una flessione del 71% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Si tratta del trimestre più debole per quanto riguarda le consegne da oltre due anni e segue il primo calo annuale delle vendite nella storia dell’azienda. Secondo il rapporto, gran parte dei profitti deriva dalla vendita di crediti fiscali per veicoli a zero emissioni, per un totale di 595 milioni di dollari. Senza questi introiti, Tesla avrebbe chiuso in perdita.

Nonostante i numeri deludenti, il titolo Tesla è salito, complice l’annuncio dell’inizio della produzione di un nuovo modello economico previsto per giugno. Durante la conferenza sugli utili, Elon Musk ha anche comunicato l’intenzione di ridurre il proprio coinvolgimento nel DOGE (Department of Government Efficiency), per concentrarsi maggiormente sull’azienda. Ha anche chiarito che potrebbe mantenere un ruolo limitato fino al termine del secondo mandato presidenziale di Donald Trump.

Elon Musk Dollari
Image: AI

Tesla ha avvertito gli azionisti dei potenziali effetti negativi delle tensioni commerciali in corso. L’azienda ha citato i dazi imposti da  Trump e il mutato clima politico come fattori che potrebbero incidere in modo significativo sulla domanda dei suoi prodotti.

Secondo quanto riportato nella lettera agli azionisti, riportato da TechCrunch – le attuali tariffe, prevalentemente dirette verso la Cina – potrebbero impattare più fortemente sul settore Energy rispetto a quello automobilistico. Tesla ha spiegato di stare adottando misure per stabilizzare l’attività nel medio-lungo periodo, pur ammettendo di non poter garantire una crescita delle vendite nel corso del 2025.

Nonostante tutto, Tesla conferma i propri piani ambiziosi per introdurre mezzi elettrici a prezzi accessibili, con l’inizio della produzione fissato per la prima metà dell’anno in corso. Musk ha indicato giugno come mese di partenza, e i nuovi modelli integreranno elementi della piattaforma di nuova generazione prevista per i robotaxi, pur basandosi in larga parte sull’attuale architettura utilizzata per Model Y e Model 3. Queste auto verranno assemblate sulle stesse linee di produzione degli attuali modelli.

Tesla deve fronteggiare numerosi ostacoli: la gamma di auto  è ormai datata, anche se recentemente aggiornata nel design, e il Cybertruck non ha raggiunto le aspettative di successo di Musk. A complicare la situazione, anche le posizioni politiche del CEO, sempre più vicine all’estrema destra, che hanno generato una reazione negativa nei confronti del brand. 

Musk ha inoltre spostato il focus dell’azienda verso due progetti: il servizio Robotaxi e il robot umanoide Optimus. La prima versione del servizio Robotaxi dovrebbe debuttare a giugno ad Austin, con l’espansione in altre città entro la fine dell’anno. 

Lo scorso anno, nello stesso periodo, Tesla aveva già mostrato segnali di rallentamento: nel primo trimestre del 2024 i profitti erano scesi del 55%, toccando 1,13 miliardi di dollari. L’azienda attribuiva il calo a una strategia di riduzione dei prezzi e a una serie di imprevisti.

Nonostante il tentativo di invertire la rotta, i numeri del secondo trimestre 2024 sono rimasti sotto pressione, con un utile di 1,5 miliardi, in calo del 45% rispetto al 2023. A pesare è stato anche un onere di ristrutturazione da 622 milioni di dollari, sebbene il trimestre abbia beneficiato della vendita record di crediti regolatori per un totale di 890 milioni.