I problemi del colosso di Mathingofen non finiscono mai e quanto pare sta regnando il caos. L’azienda austriaca si trova sull’orlo dell’insolvenza e deve reperire 600 milioni di euro entro la fine del mese. Ma questo è solo l’inizio, perché ora sta emergendo uno scontro interno al consiglio d’amministrazione, la cui dinamica appare più intricata che mai.
Conflitto interno
Il conflitto vede protagonisti Stefan Pierer e Stephan Zöchling, entrambi membri del consiglio di amministrazione sia di Pierer Industrie AG che di KTM AG. La prima detiene il controllo della seconda, che a sua volta è parzialmente controllata da KTM Bajaj AG. Stefan Pierer era fino a poco tempo fa l’amministratore delegato sia di Pierer Industrie AG che di KTM AG, ma ha lasciato l’incarico, pare a seguito delle difficoltà finanziarie dell’azienda. Ma si vocifera che sia stato rimosso nell’ambito della ristrutturazione in corso.
Pierer è comunque rimasto comunque nel consiglio di amministrazione di entrambe le società. Stephan Zöchling siede anch’egli nei consigli di amministrazione di entrambe le aziende e ricopre anche il ruolo di CEO dell’azienda di componenti aftermarket Remus. Ed è qui che la vicenda si complica ulteriormente.
Prestito da 80 milioni
Secondo quanto riportato da DerStandard, Zöchling avrebbe prestato una considerevole somma a Pierer Industrie AG per contribuire a tamponare la crisi finanziaria di KTM e garantirne la sopravvivenza. Tuttavia, Pierer Industrie AG non avrebbe fornito a Zöchling tutte le informazioni rilevanti, in particolare riguardo ai rapporti con KTM Bajaj AG, all’aumento della sua partecipazione azionaria e alla reale entità del buco finanziario. Ora Zöchling vuole indietro i soldi prestati, e pare li voglia subito.
Il quotidiano Der Standard riferisce che: “Il punto di partenza è un prestito concesso dalla Dabepo Holding AG di Zöchling alla Pierer Gruppegesellschaft mbH (Piko), al vertice del gruppo Pierer e controllata da Stefan Pierer. Secondo i legali di Dabepo, il prestito è ora esigibile ma non è stato restituito.”
In base alla ricostruzione della fonte austriaca, Pierer si sarebbe rivolto a Dabepo nell’autunno del 2024, quando il gruppo si trovava in una fase critica e aveva avviato una procedura di ristrutturazione tramite Pierer Industrie AG. Il prestito ammonterebbe a circa 80 milioni di euro. Pierer AG avrebbe assicurato a Dabepo Holding AG che, a fronte di quel prestito, avrebbe ottenuto delle azioni. Ma se, secondo gli accordi, il prestito non sarebbe dovuto rientrare prima della fine di giugno 2025, perché Zöchling sostiene che la somma sia già dovuta?
La risposta è semplice: perché secondo lui e i suoi avvocati, Pierer AG avrebbe omesso informazioni determinanti. Der Standard scrive che: “Pierer non avrebbe comunicato al finanziatore dettagli cruciali, come i diritti di prelazione e le opzioni di vendita di Bajaj, violando così i termini contrattuali.” Inoltre, benché la scadenza pattuita non sia ancora giunta, il prestito non è stato rimborsato, interessi inclusi, e si tratterebbe proprio degli 80 milioni di euro citati.
Pierer AG respinge le accuse
Pierer AG respinge fermamente tutte le accuse e ha a sua volta avviato un’azione legale contro Zöchling. Un portavoce ha dichiarato a Der Standard: “Nessun creditore della Pierer Gruppegesellschaft mbH ha attualmente un credito esigibile né il diritto di escutere le garanzie ricevute dalla società.” Sempre secondo la società, le pretese avanzate da Zöchling rappresenterebbero “tentativi di sfruttamento inammissibili”.
La situazione è molto intricata e non aiuta il management a risolvere i problemi del colosso austriaco. Ora resta da capire cosa succederà il prossimo mese se non verranno trovati i fondi necessari… Stay Tuned!
