Un Pecco Bagnaia visibilmente scosso e deluso ha avanzato una proposta tanto inaspettata quanto indicativa dopo una Sprint Race di Aragon da dimenticare e vinta tanto per cambiare dal suo compagno Marc Marquez. Dopo aver tagliato il traguardo in dodicesima posizione, il tre volte campione del mondo, attualmente in seria difficoltà con la sua Ducati Desmosedici GP25, ha suggerito a Ducati un’idea fuori dagli schemi per cercare di comprendere meglio le criticità della moto: far provare il suo prototipo a un pilota con esperienza diretta sulla GP24, come Alex Marquez, per ottenere un parere esterno.
La giornata di sabato a Motorland ha solo aggravato le problematiche che Bagnaia si porta dietro fin dall’inizio del campionato. Il basso livello di aderenza offerto dall’asfalto di Aragon ha amplificato la sua già fragile fiducia sull’avantreno, trasformando la corsa in un incubo. “Già stamattina sapevo che sarebbe stata una gara complicata, non avevo il passo per competere”, ha ammesso Pecco come riporta Todocircuito.
“Continuo ad avere grosse difficoltà, soprattutto davanti, con frequenti chiusure dello sterzo. È una situazione difficile, non riesco a spingere”. La sua frustrazione è tale che, nell’ultimo giro, si è affidato a un approccio rischioso: “Ho pensato ‘al massimo cado’ (…) mi si è chiuso l’anteriore sei volte”.
Per un pilota come Pecco Bagnaia, che basa il proprio stile di guida sulle sensazioni fornite dall’avantreno, questo tipo di problema mina le fondamenta stesse del suo rendimento. “Tutta la mia carriera si è fondata sul feeling con l’anteriore”, ha dichiarato anche ai microfoni di Sky Sport sottolineando l’origine del suo disagio. “Mi sono sempre adattato, e tutte le moto che ho guidato fino a oggi si adattavano al mio stile. Quest’anno non è così, e stiamo cercando di capire il perché”. Ha definito l’attuale momento il più difficile della sua carriera, più complesso persino di altre crisi già affrontate insieme al suo team.
Nel box Ducati si continua a lavorare senza sosta, ma per ora nessuna delle soluzioni testate ha prodotto risultati concreti. “Stiamo provando di tutto, ogni opzione possibile”, ha spiegato. Nemmeno un cambiamento tecnico significativo, come il passaggio da una forcella da 135 mm a una da 150 mm, ha portato miglioramenti. “Avrebbe dovuto cambiare tutto immediatamente, ma le sensazioni sono rimaste invariate. È qualcosa di strano”, ha commentato, suggerendo che il problema potrebbe derivare più dalla dinamica della moto che dal setup.
Il confronto con le altre Ducati in pista rende il quadro ancora più amaro. Mentre Bagnaia lotta, piloti con la Desmosedici GP24 dello scorso anno, come Fermín Aldeguer, Franco Morbidelli e Álex Márquez, dimostrano una competitività evidente. E soprattutto, Marc Márquez – con la stessa GP25 – appare decisamente più a suo agio.
“Con Marc ho un rapporto normalissimo”, ha spiegato Pecco Bagnaia. “A livello di lavoro, lui ha più fiducia nella moto, riesce a sfruttarla meglio mentre io faccio fatica. Riesce a fare cose che io, quando ci provo, sento che la moto non me lo permette”.
È proprio in questo contesto che nasce la proposta avanzata in vista dei test previsti per lunedì, sempre ad Aragón. Alla domanda se potesse essere utile tornare a provare la GP24, Bagnaia ha risposto negativamente: “Non so se servirebbe, tanto dovrò comunque continuare la stagione con la GP25, non posso cambiare moto”. Poi l’idea: “Forse sarebbe più interessante far provare la GP25 a chi ha ancora in mente le sensazioni della GP24, come Álex, Frankie o Aldeguer. Forse Álex sarebbe il più adatto”.
Il ragionamento è chiaro: un pilota ancora fresco dell’esperienza con la GP24, una moto equilibrata e performante, potrebbe offrire un punto di vista utile per decifrare i problemi della nuova versione. Bagnaia stesso però, riconosce i limiti di una proposta simile. “D’altra parte, ognuno è giustamente concentrato sul proprio lavoro, quindi è difficile mettere in piedi una cosa del genere”, ha concluso. Una proposta probabilmente irrealizzabile, ma che riflette tutta la profondità della crisi di un campione determinato a ritrovare le sensazioni che l’hanno portato al vertice.